Maschere apotropaiche di Alberobello
Le maschere apotropaiche di Alberobello sono simboli antichi che proteggono le abitazioni da influenze negative.

Alberobello, comune della città metropolitana di Bari in Puglia, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi trulli, le tipiche abitazioni in pietra a secco con tetti conici. Questa cittadina custodisce non solo un’architettura unica, ma anche simboli antichi e misteriosi. Tra questi, spiccano le maschere apotropaiche, scolpite o dipinte sui trulli, cariche di significati profondi.
Il termine "apotropaico" deriva dal greco apotrépein, che significa “allontanare”. Le maschere apotropaiche erano elementi simbolici utilizzati fin dall’antichità per scacciare il male, proteggere le abitazioni e i loro abitanti da spiriti maligni, sfortuna e invidia. A differenza delle maschere di carnevale, le maschere apotropaiche non servono a divertire o celare l’identità, ma hanno una funzione esclusivamente protettiva e magica.
A un occhio distratto possono sfuggire, ma se si osservano con attenzione i trulli, soprattutto nella zona del Rione Monti e dell'Aia Piccola, si possono notare delle facce scolpite o disegnate in punti ben precisi: sui camini, sulle porte o persino tra le pietre dei tetti. Alcune sono stilizzate, altre mostrano volti umani o animali con tratti marcati, talvolta deformati. Sono segni che raccontano una tradizione millenaria che unisce l’architettura alla magia popolare.
Le maschere apotropaiche avevano lo scopo di proteggere la casa da malocchio e influssi negativi. Allontanare invidie o cattivi pensieri da parte di vicini o visitatori. Invocare fortuna e benessere per la famiglia. Molte maschere mostrano espressioni minacciose proprio per impaurire gli spiriti maligni. Alcune sembrano sorridere, ma si tratta spesso di sorrisi ambigui, volutamente inquietanti, con il preciso scopo di dissuadere ogni energia negativa.
Alberobello, come tutto il territorio pugliese, ha una lunga storia contadina, fatta di tradizioni orali, riti e credenze. Le maschere apotropaiche sono parte di questo mondo. In tempi in cui non esistevano assicurazioni o sistemi sanitari efficienti, proteggere la casa e la famiglia con riti simbolici era una forma di “assicurazione spirituale”. Anche oggi, molti abitanti di Alberobello conservano queste tradizioni, magari senza crederci pienamente, ma riconoscendone il valore storico e identitario.
Oltre alle maschere, molti trulli mostrano simboli bianchi dipinti sui tetti: croci, cuori, occhi, stelle. Anche questi hanno una funzione apotropaica o religiosa, e a volte sono legati a forme di sincretismo tra cattolicesimo e credenze pagane. Chi visita Alberobello può aggiungere alla classica passeggiata tra i trulli un’esperienza più profonda: andare alla ricerca delle maschere. È un modo per vedere la città con occhi diversi, cogliendo dettagli che raccontano la paura, la fede e la fantasia dei suoi abitanti.
Queste maschere non sono segnalate nei circuiti turistici principali, ma rappresentano un patrimonio invisibile che merita attenzione. Per notare le maschere apotropaiche, serve osservare con calma, magari facendo delle foto ai particolari architettonici. Alcune guide locali organizzano tour tematici alla scoperta dei simboli dei trulli, inclusi quelli legati alla protezione magica. Le maschere apotropaiche di Alberobello sono un piccolo tesoro nascosto tra i tetti conici e le pietre antiche. Un segno che racconta una Puglia fatta non solo di paesaggi e cibo, ma anche di misteri, simboli e spiritualità popolare.
Visitare Alberobello vuol dire anche immergersi in questo mondo di simboli silenziosi, che parlano ancora oggi a chi sa guardare con attenzione.