Scopri le meraviglie delle Eve Verta in Valle d'Aosta

Scopri le Eve Verta, le meravigliose Acque Verdi della Valle d'Aosta.

Scopri le meraviglie delle Eve Verta in Valle d'Aosta

Dove si trovano le Eve Verta in Valle d’Aosta?

Le Eve Verta, conosciute anche come Acque Verdi, si trovano nel vallone di Saint Marcel, una valle laterale della Valle d’Aosta. Questa escursione porta a scoprire una sorgente speciale, avvolta da un’atmosfera quasi fiabesca, che colpisce per il colore turchese delle sue acque. È una meta ideale per chi vuole unire natura, paesaggio e curiosità geologica.

Come arrivare al punto di partenza dell’escursione?

Il punto di partenza si trova al Santuario di Plout, sopra il paese di Saint Marcel. Il santuario è raggiungibile in auto, ma bisogna fare attenzione: il navigatore spesso indica come strada più breve quella che sale da Fénis, un percorso lungo e pieno di curve. Meglio invece seguire la direzione Druges e, poco prima della frazione, deviare verso Plout. Qui c’è un grande parcheggio gratuito davanti al santuario, comodo per lasciare l’auto.

Quanto tempo ci vuole per arrivare da Saint Marcel a Plout?

Dal centro di Saint Marcel al piazzale del santuario ci vogliono circa 12 minuti in auto. Se però si segue erroneamente il percorso da Fénis, i minuti diventano più di quaranta, con tornanti stretti e dislivelli che rendono la guida più faticosa. Per questo è utile sapere subito la strada giusta.

Come inizia l’escursione alle Eve Verta?

Dal piazzale del santuario, posto a quota 942 metri, si prende la strada asfaltata davanti all’edificio, quella opposta rispetto a quella di arrivo. Dopo circa 200 metri si trova la segnaletica che indica il sentiero 3C, che porta nel cuore del bosco.

Cosa si incontra lungo il sentiero?

Quasi subito si arriva davanti a un castagno secolare, enorme e cavo al suo interno, dove è custodita una scultura in legno. È il custode del percorso, chiamato Véruc, che accoglie i camminatori. Accanto al castagno si trovano tre targhe con una filastrocca che invita a pronunciare una parola magica prima di proseguire. Un dettaglio curioso che rende il cammino ancora più esperienziale.

Quali paesaggi caratterizzano l’escursione?

Il sentiero segue inizialmente il profilo del vallone e alterna tratti di bosco a zone più aperte. La varietà della vegetazione, con faggi e castagni, rende il cammino piacevole in tutte le stagioni. Dopo pochi minuti si inizia a costeggiare il torrente Saint-Marcel, che scorre impetuoso e crea un sottofondo sonoro rilassante.

È un percorso pianeggiante o con salita?

La prima parte del tragitto è quasi pianeggiante. Dopo aver attraversato due ponti in legno, si imbocca il segnavia 4, che conduce a una salita più marcata. Alcuni tornanti accompagnano verso l’alto fino a raggiungere la meta.

A che altitudine si trovano le sorgenti Eve Verta?

Le sorgenti si trovano a quota 1.373 metri. Dopo la salita, quasi all’improvviso, si apre uno spettacolo inatteso: la sorgente che sgorga da una piccola grotta e un ruscello dalle acque turchesi, che scendono creando giochi di colore tra rocce e muschi.

Perché le acque sono turchesi e non verdi?

Nonostante il nome “Eve Verta” significhi letteralmente “Acque Verdi”, il colore dell’acqua è in realtà più vicino al turchese. Questo fenomeno è dovuto alla presenza di minerali come rame e manganese, oltre a particelle di woodwardite, che tingono le superfici del torrente con tonalità intense e variabili.

L’acqua ha sempre lo stesso colore?

No, la colorazione può cambiare. La portata del ruscello varia in base alle stagioni e alle condizioni climatiche. A volte l’acqua appare di un turchese vivissimo, altre volte meno marcato. Ogni visita può quindi regalare una sfumatura diversa, ed è proprio questa variabilità naturale a renderla così affascinante.

Si può vedere anche la sorgente da vicino?

Sì. È possibile risalire per pochi metri il ruscello fino a raggiungere la piccola grotta da cui sgorga la sorgente. È un punto molto suggestivo che permette di osservare da vicino la nascita di queste acque particolari.

Quali opzioni ci sono dopo aver visto le Eve Verta?

Ci sono due possibilità: tornare indietro lungo lo stesso sentiero fino al Santuario di Plout, oppure continuare per un percorso ad anello che conduce alle Miniere di Servette.

Quanto tempo serve per raggiungere le Miniere di Servette?

Dal bivio, per arrivare alle miniere bisogna calcolare circa un’ora di cammino in più e 400 metri di dislivello. Il percorso segue la cosiddetta Strada Cavour, un’antica strada a tornanti utilizzata dai minatori per spostarsi tra i villaggi e il sito minerario.

Che cosa si può scoprire alle Miniere di Servette?

Le miniere hanno origini antiche: già i Romani estraevano minerali come pirite e calcopirite. L’attività è proseguita per secoli fino alla chiusura definitiva nel 1957. Oggi il sito è stato messo in sicurezza e può essere visitato sia con tour guidati nelle gallerie sotterranee, sia con un percorso esterno dotato di pannelli informativi che spiegano la storia del luogo.

Ci sono altri punti di interesse lungo il rientro?

Sì. Durante il ritorno si passa davanti alla fonderia di Treves, un antico forno del Settecento dove veniva fuso il rame estratto dalle miniere. Poco più avanti si incontra la frazione di Seissogne, con il suo mulino e il vecchio forno comunitario, esempi di architettura rurale che raccontano la vita di un tempo.

Esistono aree picnic o soste gastronomiche?

Chi vuole fermarsi può approfittare dell’area picnic di Les Druges, immersa nella natura. Al rientro a Plout, è possibile concedersi una merenda tipica presso la Cantina del Viandante, situata proprio dietro al santuario. Un’alternativa golosa è la Pasticceria Buzzi di Nus, famosa per i suoi gelati artigianali.

Perché scegliere l’escursione alle Eve Verta in Valle d’Aosta?

Questa esperienza offre più dimensioni in un unico itinerario: un bosco ombreggiato, un torrente impetuoso, una sorgente dal colore sorprendente, antiche miniere e villaggi di montagna. Ogni tappa regala emozioni diverse e la possibilità di vivere la montagna in modo autentico.

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