Riscoprire la tradizione della canapa a Champorcher
La canapa a Champorcher è una tradizione riscoperta che unisce storia e sostenibilità.

Dove si coltivava la canapa in Valle d'Aosta?
La canapa veniva coltivata soprattutto nella zona di Chambave e in altre località della bassa Valle d'Aosta, dove il clima e il terreno erano particolarmente favorevoli. Tuttavia, la tessitura della tela ottenuta da questa pianta era considerata una delle attività tipiche della Valle di Champorcher, dove l'arte della filatura e della tessitura era molto diffusa.
Perché la canapa era così importante in passato?
In passato, la canapa era una pianta preziosa per molte comunità alpine. I suoi fusti robusti e fibrosi permettevano di ottenere una fibra naturale resistente e durevole, ideale per produrre tessuti, corde, sacchi e lenzuola. La canapa veniva utilizzata anche per scopi agricoli e artigianali, poiché era economica, facile da coltivare e adattabile alle condizioni climatiche montane. La fibra di canapa aveva inoltre un grande valore simbolico e pratico: era considerata un segno di autonomia e autosufficienza, poiché permetteva alle famiglie di produrre in casa tutto ciò di cui avevano bisogno.
Come avveniva la tessitura della canapa a Champorcher?
La lavorazione della canapa era un processo lungo e accurato che richiedeva abilità manuale e conoscenze specifiche. Dopo la raccolta, gli steli della pianta venivano lasciati macerare in acqua per separare le fibre dal legno interno, poi essiccati e battuti per ottenere filamenti sottili e flessibili. Successivamente, la fibra veniva filata e trasformata in filo, pronta per essere tessuta sui telai.
Che tipo di telai venivano usati nella Valle di Champorcher?
I telai tradizionali utilizzati a Champorcher erano generalmente costruiti in legno di larice, un materiale resistente ma leggero, perfetto per l'uso domestico e artigianale. I lacci di collegamento erano fatti di corda, e il movimento dei pedali e delle leve era interamente manuale. Questi telai producevano tele di grande qualità, apprezzate in tutta la regione per la loro resistenza e morbidezza. Un telaio perfettamente conservato è ancora oggi visibile nel villaggio di Chardonney, dove testimonia l'importanza storica e culturale della tessitura nella valle. Visitandolo, si può comprendere quanto fosse complesso e affascinante il lavoro del tessitore, che richiedeva pazienza, precisione e una profonda conoscenza dei materiali.
Chi lavorava la canapa a Champorcher?
La tessitura era principalmente un'attività femminile, svolta nelle case durante i mesi invernali. Le donne di Champorcher trascorrevano lunghe serate al telaio, producendo lenzuola, asciugamani, tovaglie e camicie per la famiglia o per il commercio. La qualità della tela era tale che molti prodotti venivano scambiati o venduti nelle vallate vicine, contribuendo all'economia locale.
Perché la tessitura della canapa era così diffusa?
La diffusione di questa attività era dovuta a diversi fattori. Prima di tutto, la canapa cresceva bene anche in zone montane e non richiedeva cure particolari. Inoltre, la tessitura rappresentava un modo per utilizzare il tempo invernale in modo produttivo, quando le attività agricole erano sospese. Infine, la fibra di canapa era molto apprezzata per la sua resistenza e traspirabilità, qualità che rendevano i tessuti ideali per lenzuola e abiti da lavoro.
Quando e perché cessò la lavorazione della canapa a Champorcher?
La lavorazione della canapa cessò gradualmente nel corso del Novecento, con l'arrivo delle fibre sintetiche e l'abbandono delle attività agricole tradizionali. Le nuove abitudini di consumo e la difficoltà di mantenere viva una produzione artigianale portarono alla scomparsa dei telai e alla perdita di molte competenze manuali. Per decenni, la tessitura della canapa rimase solo un ricordo legato al passato.
Come è rinata la tessitura della canapa oggi?
Negli ultimi anni, grazie all'interesse per i prodotti naturali e sostenibili, la tessitura della canapa è tornata a vivere proprio a Champorcher. La cooperativa "Lou Dzeut", nata con l'obiettivo di recuperare le tradizioni artigianali valdostane, ha rilanciato la produzione di tessuti di canapa utilizzando tecniche tradizionali e materiali locali. Oggi confeziona lenzuola, asciugamani, camicie e tovaglie, tutti realizzati con tela di canapa di Champorcher.
Cosa rappresenta la cooperativa Lou Dzeut per la comunità?
La cooperativa "Lou Dzeut" è un simbolo di rinascita e valorizzazione del territorio. Riunisce artigiani e appassionati che lavorano insieme per preservare la memoria storica e promuovere un'economia sostenibile. Oltre alla produzione, la cooperativa gestisce anche una mostra permanente e un laboratorio didattico dove i visitatori possono osservare le diverse fasi della lavorazione della canapa, dal filo alla tela finita.
È possibile visitare la mostra sulla canapa a Champorcher?
Sì, la mostra permanente e il laboratorio si trovano a Champorcher, e sono aperti al pubblico durante tutto l'anno, con orari variabili a seconda della stagione. Le visite permettono di conoscere da vicino gli strumenti tradizionali, come i telai in legno e gli utensili per la filatura, e di comprendere il valore culturale di questa antica arte.
Perché la tessitura della canapa è ancora attuale?
Oggi, la lavorazione della canapa rappresenta non solo una tradizione da conservare, ma anche una risposta moderna ai temi della sostenibilità e dell'artigianato locale. I tessuti di canapa sono ecologici, ipoallergenici e biodegradabili, oltre a essere durevoli e confortevoli. In un'epoca in cui si cerca un ritorno alla qualità e alla natura, la canapa di Champorcher racconta una storia di equilibrio tra passato e futuro.
Cosa può imparare un visitatore da questa tradizione?
Chi visita Champorcher e scopre la storia della canapa può comprendere quanto sia profondo il legame tra la comunità e la sua terra. La coltivazione e la tessitura della canapa rappresentano un esempio concreto di resilienza culturale, capace di unire generazioni diverse in un progetto comune. Oggi come ieri, la canapa di Champorcher è sinonimo di lavoro, creatività e rispetto per la natura alpina.