La Scala del Menighel tra storia e avventura
La Scala del Menighel è una via ferrata storica che unisce ingegno e storia nelle Dolomiti.
Che cos’è la Scala del Menighel e perché è così importante nella storia delle Dolomiti?
La Scala del Menighel è una storica via ferrata situata sopra Cortina d’Ampezzo, considerata la prima ferrata realizzata nell’area ampezzana. La sua importanza deriva dalla combinazione di valore storico, paesaggistico e culturale. È un percorso unico che unisce l’ingegno umano, la storia della montagna e le vicende legate alla Prima Guerra Mondiale.
Chi era Luigi Gilarduzzi detto Minighèl e quale ruolo ebbe nella creazione della Scala del Menighel?
Luigi Gilarduzzi, conosciuto da tutti come Minighèl, era un fabbro ampezzano che gestiva il Rifugio Wolf von Glanvell in Val Travenanzes. Fu lui ad avere l’intuizione di creare un collegamento più rapido e sicuro tra il suo rifugio e il Rifugio Giussani (all’epoca chiamato Rifugio Cantore). Grazie alla sua abilità nel forgiare il metallo, realizzò nel 1907 i 200 pioli metallici che formarono la ferrata.
Perché la Scala del Menighel rappresenta una tappa fondamentale nella storia delle vie ferrate?
Perché si tratta di uno dei primi esempi di ferrata costruita con un vero intento pratico e logistico. Non era un percorso turistico, ma un collegamento essenziale per muoversi nell’alta montagna. La sua realizzazione anticipa di anni la costruzione delle ferrate della Grande Guerra, che divennero poi molto più diffuse.
Che cosa accadde al Rifugio Wolf von Glanvell durante la Grande Guerra?
Il rifugio gestito da Minighèl si trovava in Val Travenanzes, una zona coinvolta in intensi combattimenti. Nel 1915 il rifugio venne completamente distrutto dall’artiglieria italiana. Della struttura non resta più nulla, ma la sua storia sopravvive grazie alla ferrata che Gilarduzzi costruì.
Perché Minighèl decise di costruire proprio una scala ferrata con pioli?
Perché quel tratto di montagna era molto impervio. Una normale traccia non sarebbe bastata, mentre una struttura metallica permetteva di superare salti di roccia e pendenze difficili. I pioli, forgiati uno a uno, garantivano stabilità e sicurezza. Minighèl utilizzò le sue competenze di fabbro per creare una vera opera d’ingegneria alpina.
Quanti pioli compongono la Scala del Menighel e come vennero realizzati?
La ferrata originale era composta da circa 200 pioli metallici infissi nella roccia. Ogni piolo venne forgiato nel laboratorio di Minighèl e poi trasportato manualmente nella zona dove sarebbe stato montato. Il lavoro richiese grande fatica e un’incredibile precisione.
In quale anno venne costruita la Scala del Menighel e qual era il suo scopo originale?
La ferrata venne completata nel 1907. Il suo scopo era creare un collegamento diretto tra la Val Travenanzes e il Passo di Tofana, dove sorge il Rifugio Cantore (oggi Rifugio Giussani). Si trattava di un passaggio fondamentale per spostarsi rapidamente tra le due vallate.
Che cosa rende unico il percorso storico della Scala del Menighel?
La particolarità sta nella fusione tra antico ingegno artigianale e contesto naturale. Camminare sulla Scala del Menighel significa ripercorrere un tratto utilizzato oltre un secolo fa da alpinisti, guide e abitanti locali. È un vero viaggio nella storia.
Dove si trova esattamente la Scala del Menighel e come si raggiunge il punto di partenza?
L’itinerario si trova nella zona delle Tofane, sopra Cortina d’Ampezzo, tra la Val Travenanzes e il Passo di Tofana. Si raggiunge solitamente risalendo la Val Travenanzes oppure percorrendo i sentieri che conducono al Rifugio Giussani.
Qual è il livello di difficoltà della Scala del Menighel oggi?
Si tratta di una ferrata di difficoltà medio-facile, adatta a escursionisti con un minimo di esperienza. Il percorso è breve ma verticale, e richiede l’attrezzatura classica da ferrata: casco, imbrago e kit dissipatore.
Che tipo di esperienza può aspettarsi un turista che percorre la Scala del Menighel?
Un’esperienza emozionante e immersa nella storia. Si cammina letteralmente su un tratto scolpito a mano nella roccia più di un secolo fa. Il panorama sulle Dolomiti è spettacolare e il senso di immersione nella natura è totale.
La Scala del Menighel è adatta alle famiglie o ai principianti?
È consigliata a chi ha già provato almeno una ferrata. La verticalità iniziale può essere impegnativa per chi non ha familiarità con questo tipo di percorsi. Tuttavia, con una guida alpina esperta può diventare un’esperienza accessibile anche ai meno esperti.
Quali attrezzature sono indispensabili per percorrere la Scala del Menighel in sicurezza?
Casco, imbrago, set da ferrata con dissipatore e guanti sono fondamentali. È importante anche indossare scarponi con buona aderenza e portare acqua e abbigliamento adeguato.
Qual è il periodo migliore per percorrere la Scala del Menighel?
I mesi ideali vanno da giugno a settembre, quando la neve è sciolta e il percorso è completamente accessibile. Evitare le giornate dopo temporali perché la roccia può essere scivolosa.
La Scala del Menighel è aperta tutto l’anno?
No. In inverno la zona è innevata e il percorso diventa pericoloso. È consigliato percorrerla solo nella stagione estiva.
Quanto dura mediamente l’escursione alla Scala del Menighel?
L’intero itinerario richiede circa 3–4 ore, a seconda del punto di partenza e del ritmo del gruppo. La parte ferrata in sé è piuttosto breve, ma il contesto escursionistico è più ampio.
Quali panorami si possono ammirare percorrendo la Scala del Menighel?
Dalla ferrata si godono viste spettacolari sul massiccio delle Tofane, sulla Val Travenanzes e sulle cime dolomitiche circostanti. Ogni passo offre un nuovo scorcio suggestivo.
Ci sono rischi particolari di cui un turista deve essere consapevole?
Come in tutte le ferrate, è fondamentale prestare attenzione ai passaggi verticali, alle rocce mobili e alle condizioni del tempo. Una buona preparazione evita la maggior parte dei rischi.
Perché oggi la Scala del Menighel continua ad affascinare escursionisti e appassionati di montagna?
Perché è un monumento vivente alla storia delle Dolomiti. È una testimonianza dell’ingegno, del coraggio e della vita di montagna di inizio Novecento, ancora perfettamente integrata nel paesaggio alpino.