La carbonada valdostana un piatto da non perdere
La carbonada valdostana è un piatto tradizionale ricco di sapore.
Che cos'è la carbonada valdostana?
La carbonada è un piatto tipico della Valle d’Aosta, una ricetta antica e ricca di sapore che racconta le tradizioni montane. Si tratta di uno spezzatino di manzo cotto lentamente nel vino rosso speziato con tante cipolle. Il risultato è una carne morbidissima, dal sapore intenso e dal colore scuro, quasi come il carbone, da cui deriva il nome del piatto.
Perché la carbonada è così amata in Valle d’Aosta?
La carbonada valdostana è molto amata perché unisce semplicità e gusto. È un piatto sostanzioso, perfetto per i mesi freddi, quando si desidera qualcosa di caldo e confortante. Accompagnata da polenta o purè di patate, diventa un piatto unico tipico dei pranzi domenicali o delle cene in rifugio dopo una giornata sulla neve.
Quali sono gli ingredienti principali della carbonada?
Gli ingredienti base sono pochi ma scelti con cura. Per quattro persone servono:
800 g di scamone di manzo 600 g di vino rosso corposo 200 g di cipolle 2 stecche di cannella 2 foglie di alloro 10 grani di pepe nero 5 bacche di ginepro 5 chiodi di garofano
Per la cottura:
60 g di carote 60 g di sedano 20 g di farina 00 100 g di olio extravergine d’oliva Brodo vegetale q.b. Sale e pepe q.b.
Quali allergeni contiene la carbonada valdostana?
La ricetta contiene alcuni allergeni: anidride solforosa e solfiti (presenti nel vino), sedano e cereali derivati dalla farina. È quindi importante tenerne conto se si hanno intolleranze alimentari.
Come si prepara la marinatura della carbonada?
Il segreto della bontà della carbonada sta nella marinatura. Il giorno prima della cottura si taglia la carne a cubetti di circa 3 cm e si mette in un contenitore con il vino rosso, le cipolle intere (nelle quali si infilano i chiodi di garofano), le bacche di ginepro schiacciate e gli altri aromi. Si copre tutto con pellicola trasparente e si lascia riposare in frigorifero per 24 ore. In questo modo la carne assorbe tutti i profumi e diventa tenerissima.
Come avviene la cottura della carbonada?
Trascorse le 24 ore di marinatura, si scola la carne tenendo da parte il vino e le verdure. Si tampona la carne con carta da cucina, la si infarina e la si rosola in una pentola capiente con l’olio extravergine. Questo passaggio serve a sigillare la carne e mantenerla succosa. Una volta ben dorata, la carne si toglie dalla pentola e si mette da parte.
Nella stessa pentola si aggiungono le carote, il sedano e le cipolle della marinatura, tritati finemente. Dopo 10 minuti di rosolatura si rimette la carne nella pentola e si aggiunge il vino della marinatura, insieme a un paio di mestoli di brodo vegetale. Si copre con il coperchio e si lascia cuocere lentamente per circa due ore. Durante la cottura, se necessario, si aggiunge altro brodo.
Come si serve la carbonada valdostana?
A fine cottura, la carne deve risultare morbidissima e avvolta in una salsa scura e densa. Si aggiusta di sale e pepe e si serve ben calda. Il modo tradizionale di gustarla è con la polenta fumante, ma va benissimo anche con un purè di patate cremoso. In entrambi i casi, il sugo della carne si sposa perfettamente con la base morbida e neutra.
Perché è importante rosolare bene la carne?
Rosolare la carne è un passaggio fondamentale. Serve a creare una crosticina che mantiene i succhi all’interno dei bocconcini. Così la carne resta tenera e saporita anche dopo ore di cottura lenta nel vino. Senza questa fase, il risultato finale sarebbe meno ricco di gusto.
Quali sono le varianti della carbonada valdostana?
La carbonada tradizionale della Valle d’Aosta si prepara con il vino rosso, ma esistono molte varianti. In Belgio e nel nord della Francia, la stessa ricetta è conosciuta come carbonade o carbonnade e viene cotta con la birra anziché con il vino. Lì la carne era spesso conservata in salamoia e aveva un gusto più deciso, che veniva addolcito con le cipolle e la lunga cottura.
Un’altra variante italiana è il brasato al Barolo, tipico del Piemonte, o lo spezzatino alla Guinness di ispirazione irlandese. Tutti questi piatti condividono la stessa filosofia: cottura lenta, ingredienti semplici e sapori profondi.
Da dove proviene il nome "carbonada"?
Il nome deriva dal colore scuro che la carne assume durante la lunga cottura nel vino rosso. Diventa quasi nera, come il carbone. Questo colore intenso è il segno distintivo del piatto e lo rende immediatamente riconoscibile.
Qual è l'origine storica della carbonada valdostana?
La carbonada valdostana ha radici antiche e legami con la cucina francese e belga. Nei secoli passati, la carne di manzo veniva spesso conservata in salamoia e quindi aveva un sapore molto forte. Per addolcirla, si aggiungevano cipolle in grande quantità e vino durante la cottura. Con il tempo, questa tradizione è arrivata anche nelle regioni alpine italiane, dove è stata adattata con i prodotti locali.
Quale vino scegliere per la marinatura?
Il vino ideale per la carbonada è un rosso corposo e profumato. In Valle d’Aosta si usa spesso un vino locale, come il Torrette o il Donnas. Sono vini dal carattere deciso, perfetti per insaporire la carne senza coprirne il gusto.
La carbonada è un piatto adatto ai turisti?
Assolutamente sì. I turisti che visitano la Valle d’Aosta possono assaggiare la carbonada nei ristoranti tipici o nei rifugi di montagna. È un piatto che racconta la storia e l’identità di questa regione, ideale per chi vuole scoprire i sapori autentici delle Alpi italiane. Dopo una giornata sulle piste o una passeggiata tra i borghi, un piatto di carbonada con polenta è la conclusione perfetta.
Come si conserva la carbonada valdostana?
La carbonada si conserva facilmente in frigorifero per due o tre giorni, chiusa in un contenitore ermetico. Anzi, il giorno dopo è ancora più buona, perché i sapori si amalgamano meglio. Può anche essere congelata, se preparata con ingredienti freschi.
Dove si può mangiare la carbonada in Valle d’Aosta?
Molti ristoranti valdostani servono la carbonada, soprattutto in inverno. Si trova spesso nei menu delle feste o durante le sagre locali. Alcuni rifugi di montagna la propongono come piatto del giorno, accompagnata da polenta rustica preparata al momento.
Cosa rende la carbonada diversa dagli altri spezzatini italiani?
La differenza principale sta nel vino e nelle cipolle. La lunga marinatura e la grande quantità di cipolle danno alla carbonada un gusto unico, dolce e aromatico. Non è un semplice spezzatino: è un piatto della tradizione, che racchiude secoli di storia e sapienza contadina.
È possibile cucinare la carbonada a casa anche se non si è esperti?
Sì, è una ricetta semplice ma che richiede pazienza. L’importante è rispettare i tempi di marinatura e di cottura. Con un po’ di attenzione, anche chi non è esperto può ottenere una carbonada perfetta, profumata e tenera, proprio come quella servita nei ristoranti di montagna.