Il Trònere di Turi: Unico e Saporito

Il trònere di Turi è un piatto unico e saporito, simbolo della tradizione pugliese.

Il Trònere di Turi: Unico e Saporito

Dove nasce il trònere?

Siamo a Turi, un piccolo centro agricolo noto anche per altri prodotti tipici come le ciliegie Ferrovia e la faldacchea, un dolce tradizionale. In questo contesto semplice e genuino, fatto di ricette tramandate e convivialità, nasce il trònere. Si tratta di involtini di carne, simili alle più conosciute braciole baresi, ma con alcune particolarità che li rendono unici.

Cos’è il trònere?

Il trònere si prepara con fettine spesse di carne, in genere di vitello o di cavallo, che vengono farcite con provolone, ventresca o pancetta, prezzemolo e aglio. Una volta arrotolati, gli involtini si adagiano in una tiédde, la tradizionale teglia di coccio pugliese. Qui cuociono lentamente insieme a cipolle, pomodorini e altri aromi, dando vita a un piatto ricco, saporito e profumato. Il tutto senza fretta, come da tradizione contadina.

Una ricetta nata per caso?

Secondo il racconto locale, il trònere nacque dopo la Seconda Guerra Mondiale. Durante dei lavori nei campi, una mula si ferì gravemente e fu macellata sul posto. L’oste Felicetto Cirillo decise di cucinare quella carne per gli operai. Per utilizzare al meglio la carne disponibile, lui e sua moglie crearono degli involtini più grandi del solito, cotti in bianco con cipolla e provolone. Una soluzione nata per necessità che si trasformò, nel tempo, in simbolo culinario del paese.

Una cottura lenta e saporita?

La preparazione del trònere richiede pazienza e attenzione. La carne non viene cotta velocemente, ma lasciata insaporire a lungo in forno, insieme agli ingredienti della farcitura e agli strati di verdure. È una cucina che rispetta i tempi lenti della tradizione e che premia con un risultato succulento e avvolgente. La tiella di coccio non è solo un dettaglio estetico, ma parte integrante della ricetta: conserva il calore e lo diffonde in modo uniforme, esaltando i sapori.

Il trònere oggi: tra feste e sagre?

Un tempo riservato alle grandi occasioni come matrimoni e festività religiose, oggi il trònere è protagonista di sagre, fiere ed eventi pubblici, soprattutto durante i festeggiamenti in onore di Sant’Oronzo, patrono di Turi. La ricetta viene ancora rispettata con precisione, e ogni famiglia o macelleria ha la propria versione, con piccole variazioni che raccontano la storia di chi le prepara.

Un’associazione per proteggerlo?

Nel 2024 è nata un’associazione che riunisce ristoratori, cuochi e macellai locali con l’obiettivo di tutelare questa specialità. Il loro impegno ha portato il trònere a essere riconosciuto come PAT – Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Puglia. Un riconoscimento importante, che valorizza l’identità gastronomica di Turi e ne preserva il patrimonio culturale.

Perché assaggiare il trònere?

Il trònere non è solo un piatto. È un’esperienza, un viaggio nella Puglia più autentica. È il sapore della carne cotta con amore, della tradizione che si rinnova, della comunità che si stringe intorno ai propri simboli. Se capitate a Turi, cercatelo nei ristoranti locali o durante una sagra: vi conquisterà al primo assaggio.

Come arrivare a Turi?

Turi si trova in provincia di Bari ed è facilmente raggiungibile sia in auto che in treno. Dista circa 30 km dal capoluogo e si può visitare in giornata, magari combinando la visita con altri borghi vicini come Conversano, Rutigliano o Putignano.

Un consiglio finale?

Se amate scoprire i sapori autentici, quelli che non si trovano nei circuiti turistici più battuti, il trònere è uno di quei piatti da segnare in agenda. Perché racconta la Puglia contadina, quella che sa di casa, di legna accesa e di pranzi lenti. E perché, a volte, il vero lusso è proprio sedersi a tavola e sentire il rombo di un tuono... nello stomaco.