Il mistero del Grande Torino e la tragedia di Superga
Il Grande Torino e la tragedia di Superga rappresentano un simbolo di coraggio e unità nazionale.
**Che cosa accadde il 4 maggio 1949 a Superga?
** Il 4 maggio 1949, alle ore 17 circa, un terribile incidente aereo scosse l’Italia intera. Il trimotore I-Elce, che trasportava l’intera squadra del Torino, si schiantò contro il retro della Basilica di Superga, a Torino, completamente avvolta dalla nebbia. Non ci furono sopravvissuti: tutte le 31 persone a bordo persero la vita. Quel giorno nacque una leggenda e si spense una delle squadre più forti della storia del calcio mondiale: il Grande Torino.
**Perché l’aereo del Torino si schiantò contro la Basilica di Superga?
** Le cause dell’incidente furono legate principalmente al maltempo e alla fitta nebbia che avvolgeva la collina torinese. Il pilota, a causa della scarsa visibilità, non riuscì a mantenere la giusta quota e l’aereo si schiantò contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga. L’impatto fu devastante e immediatamente fatale per tutti a bordo.
**Da dove stava tornando la squadra del Torino quel giorno?
** Il Torino stava rientrando da una trasferta a Lisbona, dove il giorno prima, il 3 maggio 1949, aveva disputato un’amichevole contro il Benfica. Quella partita era stata organizzata come un evento di solidarietà, ma al ritorno la tragedia colpì improvvisamente, segnando per sempre la storia del calcio italiano.
**Chi erano le vittime dell’incidente di Superga?
** Le vittime furono in totale 31: l’intera squadra del Torino, lo staff tecnico, l’equipaggio e tre giornalisti sportivi. I nomi dei giocatori sono entrati nella memoria collettiva: Valerio Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Giulio Schubert. Insieme a loro persero la vita allenatori, massaggiatori, dirigenti e i giornalisti Renato Casalbore, Renato Tosatti e Luigi Cavallero.
**Chi ebbe il difficile compito di riconoscere i corpi delle vittime?
** A Vittorio Pozzo, il Commissario Tecnico della Nazionale italiana, toccò il doloroso compito di riconoscere i corpi dei calciatori e dello staff. Pozzo, che era stato anche allenatore del Grande Torino, visse quel momento come una delle prove più dure della sua vita.
**Perché il Torino era chiamato 'Il Grande Torino'?
** Il Torino di quegli anni era una squadra straordinaria, capace di vincere cinque scudetti consecutivi e di dominare il campionato italiano. I suoi giocatori erano anche la colonna portante della Nazionale italiana, simbolo di talento, forza e spirito di squadra. Per questo motivo vennero soprannominati gli Invincibili.
**Ci fu qualcuno che si salvò dall’incidente?
** Sì, ma solo per circostanze fortuite. Si salvarono in tre: il secondo portiere Renato Gandolfi, che aveva ceduto il posto a Dino Ballarin; Sauro Tomà, rimasto a casa per un infortunio al ginocchio; e Luigi Gandolfi, giovane del vivaio granata, che non partecipò alla trasferta.
**Dove avvenne esattamente lo schianto di Superga?
** L’aereo si schiantò contro il retro della Basilica di Superga, uno dei luoghi più amati e panoramici di Torino, situato sulla collina che domina la città. Oggi, sul luogo dell’impatto, è possibile visitare una lapide commemorativa con i nomi di tutte le vittime.
**È possibile visitare il luogo della tragedia di Superga?
** Sì, ogni anno migliaia di persone visitano la Basilica di Superga non solo per la sua bellezza architettonica, ma anche per rendere omaggio al Grande Torino. All’interno, in una cappella laterale, si trova un memoriale dedicato alla squadra, con fotografie, cimeli e oggetti appartenuti ai giocatori. Il panorama che si gode dalla collina è meraviglioso, ma carico di emozione e rispetto.
**Come si può raggiungere la Basilica di Superga da Torino?
** La Basilica si trova a circa 10 chilometri dal centro di Torino. È possibile raggiungerla in auto seguendo le indicazioni per Superga, oppure con la tranvia a cremagliera di Superga, un mezzo storico che parte da Sassi, un quartiere di Torino, e sale fino in cima alla collina offrendo una vista spettacolare sulla città e sulle Alpi.
**Cosa rappresenta oggi il Grande Torino per la città e per l’Italia?
** Il Grande Torino è più di una squadra: è un simbolo di coraggio, lealtà e unità nazionale. Ancora oggi, ogni 4 maggio, tifosi e cittadini si radunano a Superga per ricordare gli Invincibili. Le campane della Basilica suonano in loro memoria e i tifosi del Torino si stringono in un silenzio pieno di emozione e rispetto.
**Perché la tragedia di Superga è così importante nella storia italiana?
** Perché rappresenta la perdita non solo di una squadra sportiva, ma di un simbolo di rinascita dell’Italia del dopoguerra. Quei giovani calciatori avevano riportato entusiasmo, vittorie e orgoglio in un Paese ancora ferito dal conflitto mondiale. La loro morte improvvisa lasciò un vuoto immenso, ma anche un’eredità di valori che ancora oggi resiste nel tempo.
**Ci sono musei o luoghi dedicati al Grande Torino?
** Sì, a Grugliasco, vicino Torino, si trova il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, che raccoglie cimeli, fotografie e documenti dedicati alla squadra. È un luogo imperdibile per chi vuole conoscere più da vicino la storia di questi campioni e rivivere le emozioni di un’epoca indimenticabile.
**Che ruolo ebbero i giornalisti a bordo dell’aereo?
** I tre giornalisti sportivi presenti sull’aereo erano tra i più noti dell’epoca: Renato Casalbore, fondatore della rivista Tuttosport, Renato Tosatti e Luigi Cavallero. Anche loro persero la vita nell’incidente, lasciando un grande vuoto nel mondo del giornalismo sportivo italiano.
**Come reagì il Paese alla notizia del disastro di Superga?
** La notizia si diffuse rapidamente in tutta Italia e il dolore fu immenso. Le strade di Torino si riempirono di persone in lacrime, e anche chi non era tifoso granata si unì al lutto nazionale. I funerali, celebrati nella Basilica di Torino, furono seguiti da centinaia di migliaia di persone, un segno dell’enorme affetto che il popolo italiano provava per quella squadra straordinaria.
**Cosa rimane oggi del mito del Grande Torino?
** Rimane la leggenda di una squadra che non è mai morta davvero. Ogni anno, le nuove generazioni di tifosi continuano a ricordare i nomi di quei campioni e a tramandare la loro storia. Il loro spirito vive in ogni partita, in ogni curva granata, e soprattutto in quel luogo silenzioso e sacro che è la Basilica di Superga.