Egnazia un tesoro archeologico da scoprire
Il Parco Archeologico di Egnazia è un tesoro della Puglia antica, un viaggio tra storia e natura.
Qual è la posizione del Parco Archeologico di Egnazia?
Il Parco Archeologico di Egnazia, situato lungo la costa adriatica tra Monopoli e Fasano, rappresenta uno dei siti archeologici più affascinanti e completi del sud Italia. Si estende su un’area di circa 15 ettari, e al suo interno custodisce i resti di un’intera città antica a cielo aperto, con testimonianze che coprono oltre tremila anni di storia, dalla fondazione messapica fino al periodo romano e paleocristiano.
Chi visita Egnazia compie un vero viaggio nel tempo, circondato da un paesaggio mediterraneo che unisce storia, mare e natura. Il parco, perfettamente integrato con il Museo Archeologico Nazionale “Giuseppe Andreassi”, offre un’esperienza immersiva, ricca di dettagli, ma anche accessibile a tutti grazie a pannelli esplicativi e percorsi ben segnalati.
Qual è la storia dell’antica città di Egnazia?
L’antica Gnathia, poi chiamata Egnatia dai Romani, sorgeva in un punto strategico della costa adriatica pugliese, dove il mare creava una piccola insenatura naturale perfetta come porto. Questa posizione privilegiata fece della città uno snodo commerciale di grande rilievo nel collegamento tra Occidente e Oriente. Fondata nel XVI secolo a.C., Egnazia attraversò tutte le principali fasi storiche della Puglia antica: la cultura iapigia, la civiltà messapica, l’età romana e, infine, il periodo paleocristiano. Oggi, passeggiando tra le rovine, è possibile leggere nella pietra la lunga evoluzione del sito: un museo a cielo aperto che racconta come gli antichi pugliesi vivevano, costruivano e si difendevano.
Qual è il significato dell’Acropoli di Egnazia?
La visita al Parco Archeologico inizia dall’Acropoli, la parte più alta della collina che domina l’intera area. Qui si trovano i resti più antichi della città, con tracce che risalgono alla media età del Bronzo, quando il sito era formato da capanne circolari costruite con legno e argilla. Nel tempo, l’Acropoli divenne il centro politico e religioso di Egnazia. Vi si trovano importanti edifici come il Santuario Traianeo dedicato a Venere, costruito durante l’età imperiale romana, e il Foro romano, cuore della vita pubblica e amministrativa della città. Accanto al foro sorge una basilica paleocristiana, testimonianza della transizione dal paganesimo al cristianesimo. L’atmosfera che si respira qui è unica: l’altura si affaccia sul mare, regalando una vista spettacolare e il senso profondo del legame tra gli antichi abitanti e l’Adriatico.
Qual è l'importanza della cinta muraria messapica?
Scendendo dall’Acropoli, si incontra la cinta muraria messapica, uno degli elementi più imponenti e meglio conservati del Parco. Si tratta di mura megalitiche risalenti al IV-III secolo a.C., costruite con enormi blocchi di pietra calcarea, senza l’uso di malta. Queste mura difendevano la città dalla parte di terra, mentre il mare costituiva una barriera naturale dal lato opposto. L’impianto urbano di Egnazia, infatti, seguiva una struttura semicircolare: le fortificazioni racchiudevano la città solo verso l’interno, lasciando libero l’approdo. Camminando lungo i tratti conservati, si percepisce l’imponenza e la maestria delle tecniche costruttive messapiche, che hanno resistito per oltre duemila anni.
Cosa si può trovare nelle necropoli di Egnazia?
Fuori dalle mura, si estendono le necropoli monumentali di Egnazia, tra le più ricche e interessanti della Puglia. Le tombe, scavate nella roccia o costruite in pietra, appartengono a diverse epoche e tipologie: a fossa, a semicamera e a camera. Alcune sono decorate con affreschi e segnacoli in pietra, veri e propri monumenti funerari. I corredi ritrovati – vasi, gioielli, armi, oggetti di uso quotidiano – raccontano la vita dei Messapi e dei Romani che abitarono la città. Tra le scoperte più famose c’è la Tomba delle Melagrane, del IV secolo a.C., affrescata con motivi vegetali e simbolici, oggi visibile all’interno del Museo di Egnazia. Le necropoli rappresentano un vero archivio archeologico, che consente di studiare le abitudini funerarie, i riti religiosi e l’arte decorativa di un mondo lontano ma ancora affascinante.
Qual è il significato della Via Traiana?
Uno degli aspetti più suggestivi del Parco è il percorso lungo l’antica Via Traiana, la grande strada consolare costruita dall’imperatore Traiano nel II secolo d.C. per collegare Benevento a Brindisi. La strada attraversava Egnazia e ne favoriva i traffici commerciali, rendendola una stazione di sosta (statio) di grande importanza. Lungo questo tratto si possono ammirare i resti di edifici pubblici come il foro, l’anfiteatro, il criptoportico e una fornace utilizzata per la produzione di ceramiche e materiali edilizi. Il foro romano era la piazza principale della città, pavimentata con grandi blocchi di tufo e circondata da portici dorici. L’anfiteatro, invece, ospitava spettacoli e cerimonie pubbliche, con una struttura costruita in opus africanum. Il criptoportico – una galleria sotterranea – serviva probabilmente come magazzino o luogo di deposito per merci e derrate. Passeggiare lungo la Via Traiana significa rivivere l’epoca in cui mercanti, soldati e pellegrini attraversavano la Puglia per raggiungere l’Oriente.
Cosa rivelano le domus romane di Egnazia?
Un altro punto di grande interesse sono le domus romane, le case private appartenenti ai cittadini più ricchi di Egnazia. Si riconoscono ancora i pavimenti a mosaico e i resti delle decorazioni parietali. Queste abitazioni, disposte attorno a cortili interni, mostrano come si svolgeva la vita quotidiana nella città in epoca imperiale. Alcune domus conservano mosaici geometrici e floreali, simili a quelli rinvenuti in altre città romane della Puglia, come Brindisi o Lecce, ma con tratti stilistici propri dell’area messapica.
Qual è il valore del complesso paleocristiano?
Nel IV-VI secolo d.C., Egnazia visse una nuova fase come città vescovile. Nel Parco si possono ammirare i resti di un grande complesso paleocristiano, con una basilica e un battistero di forma circolare, utilizzato per i riti di iniziazione cristiana. I mosaici pavimentali e i frammenti di decorazioni testimoniano il passaggio dal mondo romano al cristianesimo, in un momento storico di grande trasformazione spirituale. Questa zona, vicina al mare e protetta dai venti, rappresenta l’ultima grande stagione di prosperità della città prima del suo progressivo abbandono nel XIII secolo.
Come si svolge la visita al Parco Archeologico?
L’intero Parco Archeologico di Egnazia è pensato per offrire ai visitatori un’esperienza completa: i percorsi sono ben segnalati, con pannelli esplicativi che illustrano i contesti storici e architettonici. La visita può essere fatta in autonomia oppure con guide autorizzate, che aiutano a comprendere i dettagli più tecnici e curiosi. Il paesaggio circostante, fatto di ulivi secolari, muretti a secco e macchia mediterranea, arricchisce la visita con scorci mozzafiato sul mare Adriatico. Dal punto più alto dell’Acropoli si domina l’intera area, e nelle giornate limpide si può persino scorgere la costa lontana della Grecia, con cui Egnazia ebbe rapporti costanti in epoca antica.
Qual è il legame con il Museo “Giuseppe Andreassi”?
Il Parco è strettamente legato al Museo Archeologico Nazionale “Giuseppe Andreassi”, che sorge proprio accanto all’ingresso. Qui sono conservati i reperti provenienti dagli scavi, in particolare quelli delle necropoli, delle domus e dei santuari. Il museo completa la visita al sito, offrendo una visione chiara della vita quotidiana, della religione e delle arti di Egnazia.